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Nei panni dell’unità speciale scomparsi

Coding Girls all'Università di Salerno

Nei panni dell’unità speciale scomparsi

Nei panni dell’unità speciale scomparsi

Coding Girls: 300 studenti in sfida sulla cybersecurity nell’hackathon di Salerno

Iris Stein [persona e nome di fantasia], fondatrice della rinomata Stein Station e figura di spicco nel settore delle nuove tecnologie, è scomparsa in circostanze misteriose.

Ai 300 studenti, organizzati in 54 squadre investigative impegnate nell’hackathon all'Università di Salerno, è stato chiesto di assumere il ruolo di investigatori cyber per risolvere il caso. Con una serie di risorse e indizi a disposizione, i partecipanti hanno imparato a navigare attraverso un labirinto di segreti e sospetti, dove ogni minimo dettaglio avrebbe potuto essere la chiave per svelare la verità.

L’appassionante sfida Occhi sul web ora si è appena conclusa. Per una giornata i giovani di 11 scuole superiori di Avellino e Salerno hanno rivestito i panni di un’unità speciale per ritrovare Iris. L'hackathon sul tema della sicurezza nasce dalla sinergia tra due programmi formativi, Coding Girls e Ambizione Italia per la cybersecurity.

Ecco i team vincitori scelti dalla giuria 

  
 

L'hackathon è stato animato da Cecilia Stajano, responsabile delle comunità per la Fondazione Mondo Digitale, che ha sollecitato "in presa diretta" alcune testimonianze, come quella di Irene, studentessa del liceo Virgilio Marone di Avellino: "Oggi ho avuto la possibilità di partecipare di nuovo a un hackathon Coding Girls. Non potrei essere più felice. Voglio smettere di immaginare solo uomini dietro i computer. E vorrei che smettessero tutti. Oggi, insieme alle mie compagne, siamo qui per dimostrare quanto valiamo, nonostante l'ignoranza maschilista che ci circonda". Costantina è al primo anno magistrale in informatica all'Università di Salerno. Si è diplomata quattro anni fa durante il Covid. "Tornare a scuola, dall'altro lato della cattedra, e capire di avere presa sui ragazzi, è stata una grande emozione per me. Mi sono sentita realizzata. Il video si conclude con un grande applauso per Delfina Malandrino, professoressa associata del Dipartimento di Informatica, la cui passione e determinazione hanno reso possibile il successo di questo evento.

"Le donne spesso non sono consapevoli del ruolo che possono avere nel campo Stem. Il consiglio che do alle giovani donne è quello di non lasciarsi influenzare da giudizi e di seguire i propri sogni, senza farsi condizionare dai 'no'".  

Nei prossimi giorni approfondiremo anche la parte "ispirazionale" della giornata, perché abbiamo piacere di condividere i contributi appassionati e competenti che si sono alternati nella fase preparatoria della sfida. Come sostiene la nostra Cecilia, "a Salerno abbiamo già vinto la sfida della parità di genere. Abbiamo trovato una comunità dove si può crescere e costruire". 

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